03-06-2021 | Medicina dello sport

La storia della medicina dello sport – terza parte.


Abbiamo chiuso il precedente articolo parlando dell’apertura ai giochi Olimpici per i portatori di handicap e delle normative riguardo le prove specifiche di idoneità. Oggi continuiamo il percorso e vi raccontiamo le ultime tappe di questo lungo viaggio partito dalla Grecia Antica.
Nel maggio del 1934, durante i Littorali, si tenne a Milano un convegno nel quale venne affermata la necessità di inserire l’insegnamento della medicina sportiva nelle Università, come disciplina: un passo importante al quale seguirono numerose iniziative tecnico-scientifiche per divulgare l’importanza della Medicina Sportiva.
Dal 1940 al 1945 la FIMS prese il nome di Servizio Medico del Coni fino a quando, il primo novembre del ’45, cambiò denominazione e divenne l’attuale Federazione Medico Sportiva ItalianaFMSI – la cui gestione si affidò a Giuseppe La Cava, che ne fu presidente fino a 1959.
Il 28 dicembre del 1950 con la legge n°1055 la tutela sanitaria delle attività sportive venne affidata alla Federazione, allora affiliata al C.O.N.I.
In tutte le province italiane si nominarono i medici sportivi che avevano il compito di effettuare le visite mediche per gli atleti e di rilasciare il certificato di idoneità fisica.
Nello stesso anno, si organizzò una sessione speciale di esami riservata si medici già regolarmente affiliati alla Federazione e a Roma l’anno successivo si istituì il primo corso di medicina sportiva al quale parteciparono 242 medici provenienti da tutta Italia.
Nel 1971 con la legge n° 1099, si stabilirono le prime norme per la tutela sanitaria delle attività sportive e alle regioni venne affidato il compito di formulare direttive e regolamenti, anche per prevenire le prime forme di doping.
In Italia il problema del doping era già presente sin dal 1954 ed esistevano diversi laboratori di analisi specializzati per evitare questa pratica pericolosa.
La visita medica sportiva divenne obbligatoria nel 1975 con un decreto del Ministero della Salute emanato il 5 luglio di quell’anno, che stabiliva i criteri di valutazione con distinzione per età, esso e tipologia di sport praticato.
Tra le varie leggi emanate negli anni successivi, ricordiamo la Legge 833/78 (Riforma Sanitaria) e il D.M. 18.02.1982 che riconobbero tra le competenze delle Unità Sanitarie Locali le “Norme per la tutela sanitaria dell’attività sportiva agonistica ed i criteri per lo svolgimento della visita di idoneità sportiva agonistica e non agonistica”.
Figura importante fu quella del professore Antonio Venerando che grazie ai suoi studi e alle ricerche, fece diventare la Medicina dello Sport una disciplina scientifico-clinica di avanguardia a carattere multidisciplinare.
Il Consiglio d’Europa con la Risoluzione n. 27/1973 del Comitato dei Ministri, individuò le funzioni fondamentali della Medicina dello Sport: preventiva, di assistenza e terapia, di formazione ed educazione sanitaria, di ricerca scientifica e di valutazione.
Fondamentale fu anche la promulgazione della prima Legge Regionale sulla Medicina dello Sport, Legge regionale n° 52 del 24 novembre 1981 “Promozione della educazione sanitaria e sportiva e tutela sanitaria delle attività sportive” voluta dal Presidente regionale Dott. Quintino Racciatti.

La Medicina dello sport oggi.
Oggi il medico dello sport svolge un ruolo fondamentale per lo sportivo: ne tutela la salute psicofisica e il benessere generale, diventando a volte un confidente, oltre che un consulente professionista del settore.
Materie come la psicologia dello sport o la scienza dell’alimentazione si integrano nella medicina sportiva con l’obiettivo di fornire ad ogni sportivo – amatore o agonista - un supporto completo per curare ogni aspetto della vita dell’atleta, ottimizzare le performance e migliorare il suo benessere.
Il medico dello sport si avvale delle conoscenze conseguite grazie alla continua ricerca scientifica e promuove l’attività motoria in modo controllato per ogni atleta.
Lo sport infatti serve anche a contrastare o attenuare le malattie dismetaboliche che fino a quale decennio fa erano considerate una controindicazione per gli atleti. Patologie come le cardiopatie, la bronchite cronica ostruttiva o le arteriopatie, impedivano la pratica sportiva.
Oggi invece l’attività motoria è uno strumento terapeutico che favorisce la lotta alla sedentarietà.
La valutazione funzionale che il medico dello sport fa per ogni atleta, consente di avere una fotografia dettagliata sulle condizioni fisiche e psicologiche della persona, potendo quindi programmare un allenamento personalizzato.
Il medico dello sport ha il compito di prescrivere l’attività sportiva come una vera medicina, indicando la posologia, la giusta dose e la modalità di somministrazione.
Lo sport è prevenzione, salute e benessere: il nostro corpo ha bisogno di muoversi.



Tiziana



Approfondimento: i presidenti della FMSI.
1920-1930 Augusto Turati
1031-1933 Ermanno Fioretti
1933-1942 Ugo Cassinis
1947-1959 Giuseppe La Cava
1959-1961 Virgilio Tommasi
1961-1970 Antonio Venerando
1970-1975 Michele Montanaro
1976- 1996 Gustavo Tuccimei
1997-1998 Giorgio Santilli
1998-1999 Mauro Checcoli
1998-2000 Giorgio Odaglia
2000-2004 Giorgio Santilli
2005- Maurizio Casasco



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