2-05-2022 | Medicina dello sport

Cardiologia, aritmie e attività fisica: il ruolo del medico dello sport


L’attività fisica e sportiva praticata in maniera regolare nei soggetti di ogni fascia di età, dal bambino all’anziano, è fondamentale per il controllo di diversi parametri che riguardano la nostra salute.
Qualche esempio? L’attività sportiva costante influisce in modo positivo sui valori glucidici (controllo del diabete mellito) e lipidici, sul controllo peso e sull’’osteoporosi, abbassa i valori pressori.
Le cause più comuni di non idoneità all’attività fisica temporanea e/o definitiva sono quelle cardiologiche (circa il 70% di tutte le non idoneità).

Tra le cause cardiologiche di non idoneità più comuni troviamo le aritmie (comprendono il 40% di tutte le cause di non idoneità).
La presenza di aritmie comporta sempre l’esecuzione di una serie di indagini diagnostiche di secondo livello per poter procedere all’emissione di un giudizio di idoneità definitivo.
La visita di idoneità rappresenta, dal punto di vista cardiologico e non solo, un momento fondamentale per quanto concerne la prevenzione. Può evidenziare patologie cardiache fino a quel momento ignorate dall’atleta.
La presenza di aritmie compromette la pratica dell’attività sportiva quando provoca una variazione anomala della portata cardiaca non compatibile con il gesto atletico (fibrillazione atriale e flutter atriali).
Le aritmie cardiache sono altresì molto pericolose quanto il soggetto è affetto da cardiomiopatia aritmogena, patologia che potrebbe anche svilupparsi in soggetti asintomatici.
Questi soggetti asintomatici potrebbero avere un’improvvisa perdita di conoscenza in allenamento e/o in gara (sincope) fino ad arrivare all’arresto cardiaco e alla morte improvvisa.

È importante segnalare come non sia consigliato riprendere l'attività sportiva se non in ottime condizioni fisiche.
Suggeriamo di non svolgere attività sportiva intensa se colpiti da stato infiammatorio (febbre). In questi casi, l’atleta ha una depressione immunitaria che potrebbe portare allo sviluppo della miocardite, che è spesso la causa di aritmie.

L’atleta deve inoltre evitare sempre l’assunzione di integratori “a rischio”. A volte alcuni integratori possono provocare effetti collaterali cardiovascolari. Prima di assumere qualsiasi tipo di sostanza è bene rivolgersi ad uno specialista medico dello sport. Torniamo al discorso delle non idoneità: il medico dello sport ha a disposizione un validissimo strumento, ovvero i “Protocolli del comitato organizzativo cardiologico idoneità allo sport” (COCIS).
I protocolli COCIS distinguono le varie discipline classificandole come segue: A – DISCIPLINE DI DESTREZZA (equitazione, tiro segno ecc.) nelle quali il sovraccarico emodinamico è modesto o assente per cui il cuore non va incontro a sostanziali adattamenti morfologici.
B – DISCIPLINE DI POTENZA con lavoro muscolare statico (sollevamento pesi, body building ecc.) nelle quali si verifica un aumento della massa miocardica per l’aumento degli spessori parietali.
C – DISCIPLINE MISTE (metabolismo aerobico/anaerobico) come per esempio calcio, rugby, pallacanestro.
D – AEROBICI (nuoto, ciclismo ecc.) nelle quali vi è un aumento della gittata cardiaca e il cuore mostra prevalentemente un aumento di tutte le sue dimensioni endocavitarie.
E – AEROBICO/ANAEROBICO (canottaggio) nelle quali si ha un maggiore incremento dello spessore delle pareti ventricolari.

Le nozioni da sapere in materia di medicina dello sport sono tante.
Ecco perché è l’unico specialista che può rilasciare l’ambito “certificato giallo”, ovvero colui che firma le idoneità o nei casi estremi il “rosso”, ovvero le non idoneità.
A volte l’atleta - in buona fede - si rivolge a vari specialisti, sicuramente luminari del loro settore di specialità, ma che a volte non entrano nel merito specifico dell’attività sportiva e si lasciano andare a frasi e diciture come “non controindicazioni all’attività sportiva agonistica a patto che non si superino i 140 battiti al minuto” oppure “non controindicazioni a svolgere calcio agonistico purché si rimanga in campo solo 15 minuti” e simili.
Questi referti non aiutano certo il lavoro del collega medico dello sport, anzi: creano false pretese o aspettative negli atleti che poi pretendono il rilascio della certificazione. Se non ci fosse bisogno del medico dello sport non ci sarebbe una normativa così ristretta e non ci sarebbero i centri di medicina dello sport.
Centri autorizzati direttamente da Regione Lombardia.
Controllate regolarmente il vostro stato di salute, praticate sport e affidatevi a un medico dello sport per sapere davvero quali attività potete svolgere, con serenità e in sicurezza.

Tiziana



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