24-05-2021 | Medicina dello sport

La storia della medicina dello sport – seconda parte.


Nell’ultimo articolo vi abbiamo raccontato la nascita della medicina sportiva, puntando l’attenzione sul fatto che la materia fosse già trattata dai popoli antichi e sul suo divenire sempre più importante con il passare degli anni.
L’evento spartiacque che ha cambiato la concezione della medicina dello sport è la prima Olimpiade dell’età moderna, svoltasi ad Atene nel 1896.
Vediamo cosa successe nei decenni a seguire.

Grazie alle numerose scoperte scientifiche avvenute nei primi del Novecento, soprattutto in campo medico, l’attività sportiva venne inserita nelle scuole come materia educativa, con lo stesso valore della matematica o della storia. L’attività fisica scolastica divenne uno dei fenomeni più caratteristici della società di massa nei Paesi industrializzati.
In quell’epoca nacquero numerose associazioni culturali che incoraggiarono l’affermazione delle Scienze applicate allo sport.
Ve ne citiamo alcune:
- nel 1922 in Svizzera si costituì la Commissione medico-sportiva per gli esercizi fisici dell’Unione Confederale,
- sempre nel 1922 in Germania nacque la Federazione Medica Tedesca,
- in Francia si creò la Società Francese di Medicina dell’Educazione Fisica e degli Sport, nello stesso 1922,
- in Italia, nel 1923 venne istituito l’Ente Nazionale per l’Educazione Fisica.

Nel 1928 si svolsero ad Amsterdam i Giochi della IX Olimpiade dal 28 luglio al 12 agosto: per l’occasione si istituì il primo Congresso Internazionale di Medicina dello Sport. Questa data è molto importante perché, per la prima volta nella storia, la medicina dello sport aveva un ambiente dedicato in cui poter confrontarsi.
Ma l’anno da ricordare fu il successivo: sotto consiglio del fisiologo Ugo Cassinis, nel 1929 il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) istituì la Federazione Italiana dei Medici degli Sportivi, la FIMS, come oggi la conosciamo noi.
Chi ne faceva parte? Secondo una definizione dell’epoca “… quei medici sportivi che si dedicano particolarmente allo studio delle questioni tecniche e scientifiche riguardanti i rapporti tra uomo e cultura atletica”.
Cassinis fu uno dei primi sostenitori dell’obbligo della visita medica per tutti gli atleti, che divenne tale in seguito.

Nel frattempo, a Roma inaugurarono il primo Corso Formativo per Medici e per Massaggiatori Sportivi, al quale presero parte anche alcune donne che iniziarono poi ad insegnare negli istituti femminili.
Il primo vero Istituto di Medicina dello Sport nacque a Bologna, già allora città moderna.
Negli anni Trenta la FIMS si mosse sul territorio in modo dinamico, nominando i primi ispettori regionali e provinciali e il CONI fece una revisione dello statuto e del regolamento federale.
Alcuni di voi ricorderanno, magari come notizia tramandata dai nonni, la conquista da parte dell’Italia del secondo posto alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932: questa vittoria è senza dubbio dovuta alla bravura degli atleti ma anche a una nuova organizzazione di tutte le attività di contorno.
La FIMS contava già in quegli anni quasi 1500 iscritti che organizzavano nelle principali città italiane conferenze e incontri sulla centralità del ruolo del Medico dello Sport.
Sapete quando nacque l’ISEF? Nel 1952 a Roma, non poi così tanto indietro nel tempo, ma ottenne il riconoscimento di grado universitario qualche anno dopo con la Legge n°88 del 7 febbraio 1958.
La prima scuola italiana di Specializzazione in Medicina dello Sport sorse nel 1957 per volontà del fisiologo Rodolfo Margaria, famoso per le importanti ricerche svolte sul metabolismo energetico nel lavoro muscolare e nella meccanica della locomozione.
L’anno successivo venne aperta una seconda sede ISEF a Torino, che diede il via alla realizzazione di istituti simili anche a Napoli, Bologna, Firenze, Milano, Cattolica, Palermo, Urbino, Perugia e l’Aquila.

Apriamo una breve parentesi sull’inserimento degli individui diversamente abili nel contesto sportivo.
Il fatto è recente e le persone affette da lesioni spinali traumatiche furono le prime a poter praticare attività sportiva.
Il neurochirurgo polacco Ludvwig Guttmann, Direttore del Centro di Riabilitazione Motoria inaugurato il 1° febbraio del 1944 a seguito della Seconda Guerra Mondiale, organizzò i primi giochi ai quali presero parte gli allora militari inglesi che avevano subito lesioni in battaglia.
Il 28 luglio 1948, durante le Olimpiadi di Londra, ebbero luogo i “Giochi di Stoke Mandeville” per i Veterani della II Guerra Mondiale con postumi di mielolesioni vertebrali.
A distanza di più di dieci anni, nel 1960, i Giochi Paraolimpici furono inseriti nel contesto delle Olimpiadi di Roma. Il termine para-olimpico è sinonimo di parallelo e complementare allo sport per normodotati.

In Italia la tutela della salute degli sportivi con handicap (dilettanti e professionisti) è attuata attraverso leggi specifiche: il DM Sanità del 4/03/993 stabilisce i protocolli per l’idoneità alla pratica delle attività sportive agonistiche delle persone con handicap e prevede alcune peculiari prove da sforzo ed accertamenti integrativi per sport e disabilità.

Nel prossimo articolo vi racconteremo le ultime tappe storiche della Medicina dello Sport.

Tiziana



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