07-01-2021 | Vita di Oympia 3000
Il centro medico Olympia 3000 è abituato a ricevere una cinquantina di chiamate al giorno per prenotazioni di visite mediche agonistiche e non.
Al tempo del Covid-19 la frequenza cambia e le chiamate iniziano a riguardare problemi di salute perché la TV e i giornali hanno contribuito a creare una paura sempre maggiore per gli ospedali, visti come luoghi in cui si potrebbe contrarre il virus.
Tra le nuove chiamate il centro ha ricevuto una richiesta di un anziano preoccupato per la moglie caduta dalle scale: la donna, pochi giorni prima, aveva fatto visita al capezzale di un parente malato terminale che solo dopo il decesso si è scoperto avere il Covid-19.
La paura dell'infezione si mescola a quella dei postumi della caduta, l’ansia e il terrore attanagliano la coppia di anziani coniugi: andare in ospedale non avrebbe fatto altro che aumentare le preoccupazioni.
Così Olympia 3000 accoglie la loro richiesta.
La paura nei due è evidente dall'irrequietezza delle mani e dal modo di parlare concitato in cui si alternano richieste di conforto e continui ringraziamenti. Per dissipare ogni dubbio e timore, alla coppia viene fatto un tampone rapido. Durante la mezz’ora di attesa del risultato l’ansia è palpabile e la paura presente in ogni sguardo.
A seguito dell’esito negativo c’è un susseguirsi di espressioni di riconoscenza quasi come se fosse stato il centro stesso a sconfiggere il virus.
Nonostante l’iniziale sollievo, quando lo specialista suggerisce di far controllare la spalla in ambiente ospedaliero, la paura torna più forte di prima.
Per tranquillizzare la coppia il centro ha dovuto occuparsi di tutte le cure del caso. Una volta realizzato di non dover andare necessariamente in ospedale il dolore della caduta sembra quasi essersi attenuato.
Quale ruolo può avere la nostra mente nella gestione dell’ansia in una situazione così stressante?
Lo analizzeremo per prossimo articolo.
Andrea Colombo
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